Le donne viste dalle donne

Nicole Minetti, la Parah e la (S)vendita

Nicole Minetti

Qualche giorno fa la consigliera regionale Nicole Minetti ha sfilato per il marchio di costumi da bagno Parah.
Prima della sfilata, la ditta aveva diffuso uno scritto con specificata l’intenzione di “invitare” la consigliera a rappresentare il marchio, suscitando l’ira e l’indignazione del popolo del web (e non solo) senza distinzione di genere.
La pagina facebook della compagnia è stata “assaltata” da numerosi fan che hanno espresso la loro intenzione a non comprare più i suoi prodotti, se la Minetti avesse sfilato in passerella.

Un passo del comunicato trasmesso dalla ditta era questo: “[…] se l’abbiamo fatto è stato per portare l’attenzione su quello che vuole comunicare Parah […]”.
Sarei curiosa di sapere… cosa voleva comunicare la ditta? Che messaggio voleva trasmettere ai suoi acquirenti?

Ricordiamo che la consigliera Minetti è ancora accusata di induzione alla prostituzione minorile per il caso Ruby, oltre che coinvolta nei “festini a luci rosse” a casa dell’ex Presidente del Consiglio Berlusconi: che esempio vogliono dare alle clienti donne e ai clienti uomini, se questo è il volto che rappresenterebbe la loro strategia di marketing e la politica dell’azienda?
Secondo la Parah, quindi, una donna loro testimonial dovrebbe, prima di tutto, essere bella (o meglio, considerata socialmente esteticamente bella, anche grazie a qualche ritocchino estetico, perché no?)? Essere in forma e anteporre il suo corpo alle sue facoltà mentali? Dare prestazioni sessuali per ottenere soldi e posti di rilievo nella sua carriera, spogliarsi in cambio di denaro e regali e cercare di coinvolgere in questa attività anche delle amiche (di qualsiasi età esse siano)?
Perché, se non se ne fossero accorti, è questo il messaggio che passa dalla loro scelta: le donne devono essere disposte a tutto, anche a (s)vendersi, e gli uomini a sfruttarne il corpo, perché anche se impegnate politicamente, non avranno mai niente di intelligente da dir loro.

La signora Minetti, in un’intervista conseguente alla sfilata, ha affermato: “[…] la politica deve mettersi al servizio di un settore importante come quello della moda”. Suggerirei alla consigliera di ripensare a questa affermazione e di ricordarsi che la politica dev’essere, in primis, al servizio dei cittadini (in quanto i politici vengono pagati da noi contribuenti) e mi domando cosa gliene venga, ad una persona disoccupata che non arriva a fine mese, del fatto che lei sia così ben disposta a mostrare le sue nudità, invece che trovare soluzioni alla crisi che sta vivendo il nostro paese. Crisi altresì drammatica, ricorderei.

Concludo con una considerazione che mi è stata scritta ieri da un amico: “La Minetti è l’esempio di come, non solo una donna, ma ogni essere umano non dovrebbe essere.”
Perché qui non parliamo di “genere”, ma parliamo di scelte, che dovrebbero essere innanzitutto etiche.

2 Comments

  1. Fenomenale questo articolo! Minetti, non ci rappresenti!

  2. Condivido appieno l’articolo e l’#boicottaparah, devono smetterla di trattarci come deficienti e smetterla di offendere la nostra intelligenza. Scusate ma sono veramente incavolata, come persona e come donna.

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